Solomon Burke è morto stamattina: lo ha comunicato stamattina la polizia dell’aeroporto di Amsterdam, dove era arrivato in volo da Los Angeles. A quanto pare la morte sarebbe avvenuta già sull’aereo, ma le ragioni non sono state ancora rese note. Avrebbe dovuto suonare dopodomani dal vivo con la band olandese De Dijk.
Era nato a Philadelphia nel 1940 (aveva pochi mesi più di John Lennon, ricordato ieri): era stato autore e interprete di grandissime canzoni (“Everybody needs somebody to love”, nel 1964) e aveva avuto una vita assai ricca, e 21 figli (che gli hanno regalato 90 nipotini!). Il direttore del Post lo intervistò e lo raccontò sul Venerdì, nel 2002.
Solomon Burke, non è che dobbiate per forza sapere chi sia. Magari sapete chi è Tom Waits, o Elvis Costello. Ecco, lui invece non sapeva chi fossero, né l’uno, né l’altro. “Bob Dylan, sì sapevo di lui, e mi ricordavo anche di Brian Wilson dei Beach Boys, ma alcuni degli altri non sapevo neanche che esistessero”. Gli “altri” sono la decina di leggende viventi del rock che hanno scritto le canzoni del suo nuovo disco, del disco di Solomon Burke. Che, non dovete per forza saperlo, ha 62 anni ed è noto come “The King of Rock’n’Soul”. Lui pure è una leggenda, per chi conosce il soul e il blues, e per chi ha frequentato il Porretta Soul Festival gli anni passati. Una delle voci più ammirate e rispettate della storia della musica nera, una carriera che lo ha portato a grandi popolarità e dischi vendutissimi negli anni Sessanta, quando Burke disegnava l’immagine della Atlantic Records, etichetta di culto per il periodo d’oro del soul. Poi vennero Otis Redding, Wilson Pickett e Sam and Dave, e il reverendo Burke si fece da parte alternando nuovi apprezzati dischi all’attività religiosa nella chiesa battista fondata da sua nonna, la House of God for All People. Erano diversi anni che non incideva un disco, e alla piccola etichetta Fat Possum hanno avuto questa idea: di chiedere in giro ai grandi songwriter internazionali delle canzoni per lui, scritte apposta per la sua sensazionale voce nera. Certo, penserete voi: è la solita operazione trita e ritrita per rilanciare un dinosauro del rock sul viale del tramonto e sconosciuto al pubblico contemporaneo. Facciamolo suonare con qualcuno di famoso, una canzonetta di questo, un coretto di quello, che i giornali ci possano fare un titolo: e il risultato è quasi sempre mediocre per tutti. Quasi sempre.
new da qui e il blog di Luca Sofri
Io aggiungo solo che ho avuto la fortuna di assistere ad una sua performance LIVE in piazza qui a Recanati (MC) il 29 agosto del 2009 durante l'edizione del festival di "Lunaria" e vi devo dire che è stato nonostante tutto (l'età non gli diminuiva la grinta, ma era proprio stanco!) molto emozionante. Le foto che ho scattato io da lontano fanno cagare, quindi ne posto una carina di Solomon con il Monsignor Giuliodori non mia.
che dire...
R.I.P.
P.S. = Ragazzi... aveva 21 figli e 90 nipoti... alla faccia sua...
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