mercoledì, marzo 26, 2008

I 10 videogiochi più influenti della storia?

In Usa a marzo del 2007 è stata determinata la lista dei 10 titoli videoludici che meritano più di ogni altro di essere conservati in un museo.

Un comitato di esperti, capitanato da Henry Lowood, curatore della "Collezione di Storia della Scienza e della Tecnica", presso l'Università di Stanford, ha presentato la lista dei dieci titoli ritenuti più importanti nella storia dei videogame, pronti per essere conservati alla prestigiosa Libreria del Congresso americano di Washington. Vere e proprie pietre miliari per la memoria collettiva, anche secondo gli sviluppatori di videogiochi presenti all'ultimo convegno della "Game Developers Conference", tenutosi a San Francisco qualche giorno fa.

Una proposta formale è stata presentata lo scorso settembre alla Biblioteca del Congresso, che è di fatto la "Libreria Nazionale" - la più vasta al mondo: 29 milioni di libri catalogati, 58 milioni di manoscritti, decine di milioni tra giornali, riviste, mappe e pubblicazioni governative e che espone la famosa "Bibbia di Gutenberg".

Da quasi dieci anni la Bibioteca nazionale ospita anche la "National Film Preservation Board", per la conservazione delle pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Sarà la "Library of Congress" a dover stabilire ora se l'ingresso dei videogames nella rinomata istituzione può essere accolto o meno.

Tra i promotori dell'iniziativa presentata in questi giorni e, che vorrebbe far diventare il videogioco un oggetto culturale degno di essere non solo conservato ma anche analizzato, oltre a Lowood e all'Università di Stanfort, anche ricercatori dell'Università del Maryland e dell'Illinois: Warren Spector, Steve Meretzky, il giornalista informatico Christopher Grant e il milanese Matteo Bittanti, 31enne ricercatore e scrittore a Stanford. "Con la creazione di questa lista vogliamo testimoniare il fatto che i giochi digitali hanno un significato culturale e una rilevanza storica", ha detto Lowood in una recente intervista al "New York Times".

Nell'elenco figurano tutti i cosidetti capostipiti di un genere, che - nel giro di pochi anni - si sono trasformati in veri e propri fenomeni culturali. I dieci titoli scelti sono:

"Spacewar!"
, datato 1962; il primo gioco d'azione e multigiocatore creato da Steve Russel e la "Massachusetts Institute of Technology" (MIT). Il gioco, che simula una sorta di "guerra spaziale", non è stato mai commercializzato perchè girava soltanto sui computer universitari, che all'epoca avevano costi elevatissimi .

"Star Raiders"
(1979) di Doug Neubauer per "Atari", gioco di simulazione di una navicella spaziale da combattimento;

"Zork"
(1980), uno dei primi giochi-avventura, anch'esso sviluppato al MIT da Tim Anderson, Marc Blank, Bruce Daniels e Dave Lebling della "Colossal Cave";

"Tetris" (1985) o per meglio dire Тетрис il celebre vg-rompicapo russo di Aleksej Leonidovič Pažitnov;

"SimCity" (1989) di Will Wright per la "Maxis", dove il giocatore deve creare una città partendo dal nulla o da una città già esistente.

"Super Mario Bros. 3" (1990) di Shigeru Miyamoto per "Nintendo" non poteva mancare, uno dei videogiochi più venduti della storia (oltre 193 milioni di copie).

"Civilization I/II" (1991) il videogame strategico di Sid Meier per la "MicroProse";

"Doom" (1993) il primo e violentissimo First-Person-Shooter della "id Software", che ha anche dato il via alle versioni tridimensionali;

"Warcraft" (dal 1994 ad oggi) per la serie fantasy della "Blizzard";

e infine il videogioco calcistico "Sensible World of Soccer" (1994) by "Sensible Software".

Tra i milioni di fan nel frattempo si accesa la polemica e vari dibattiti in rete sull'importanza di includere o meno nella lista alcuni giochi; molti blog parlano di "stupore" nel vedere tra i videogames da conservare alla Libreria del Congresso "Sensible World of Soccer", anche visto che il football americano negli Usa è più popolare che non il calcio. Diversi poi quelli che chiedono l'inserimento di "Pong", gioco di tennis da tavolo di Allan Alcorn, uscito nel 1972 per "Atari", considerato il "bisnonno" di tutti i videogiochi.

"Per ora questo è soltanto un primo passo", ha specificato giovedì Lowood. "Se la lista dei videogames entrerà a far parte della Bibioteca Nazionale, ci orienteremo secondo le regole stabilite della 'National Film Preservation Board' e, completeremo la lista di anno in anno".

Io aggiungo che senza giapponesate questa lista non dovrebbe sussistere! Senza uno "Street Fighter" della CAPCOM, un "King of Fighters" della SNK, oppure un bel sparatutto IREM oppure Konami... che fine faremo... è vero gli americani hanno creati i videogiochi ma i giapponesi li hanno perfezionati e ce li hanno venduti a basso prezzo, eh!

Parola di MM

P.S.= La foto è su "Spacewars!" datata 1962.

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